“Maria donna che apre i sentieri”. Mai titolo, come questo, è stato indovinato. È la perfetta sintesi di quanto è stato vissuto lungo le due settimane di festeggiamenti al santuario della Madonna del Boden.
Sono stati quindici giorni che segnano una tappa fondamentale verso il traguardo del 2028, quando si celebreranno i 500 anni dalla notte del miracolo. Sono stati giorni intensi, puntellati da alcuni appuntamenti. Primo, in ordine di tempo, è stato l’abbraccio rivolto – domenica 1 settembre – alle coppie di sposi che hanno ricordato in santuario un significativo anniversario di matrimonio. Tra loro vi è anche chi ha camminato insieme sul sentiero della vita da oltre un mezzo secolo. Un bel traguardo, che – come ha ricordato nella sua omelia don Luigi Donati, vice parroco di Pallanza, Suna e Madonna di Campagna – «è frutto di una vita dove al centro è stato messo l’amore, ma soprattutto dove è stato messo al centro il Signore. L’amore è bello nella misura in cui si fanno grandi cose. Non tanto quelle esteriori, ma piuttosto quelle che nascono da dentro, che fanno comprendere a una coppia il vero amore che le unisce. È l’amore che viene dal cuore. la vita familiare senza dubbio non è sempre facile. Ci sono le bellezze, ma anche le fatiche. Ed è proprio nelle fatiche che si vede se la coppia fonda le sue radici sull’amore».
I sentieri che portano al Boden sono infiniti. È lungo uno di questi hanno camminato insieme – a distanza di una settimana – prima (sabato 7 settembre) le comunità dell’Unità pastorale missionaria e, poi, (sabato 14 settembre) i giovani della Diocesi. Due momenti importanti, che aprono cammini diversi e che nel contempo si intrecciano. Le luci delle fiaccole della “Camminar pregando” hanno accompagnato nella notte del miracolo i pellegrini al santuario; una scia luminosa come quella che quasi mezzo millennio fa indicò la strada alla pastorella Maria Della Torre. I canti, i sorrisi, la gioia dei giovani hanno a loro volta dato un soffio di novità al santuario. Era dal 1904 che il Boden non veniva scelto come luogo dove “aprire un sentiero diocesano”. L’ultima volta era stato l’inizio dell’anno santo mariano. Questa volta è stato l’incipit del nuovo anno della pastorale giovanile che coinciderà anche con il Giubileo della Speranza. La presenza del Vescovo, monsignor Franco Giulio Brambilla, ha reso il tutto ancor più solenne.
Un sentiero apertosi al Boden ha, poi, visto per protagonista l’intera comunità di Ornavasso. È stato così domenica 8 settembre, giorno della Natività di Maria, festa solenne in santuario. Resta viva di questo giorno la folta partecipazione alla messa presieduta da don Massimo Casaro, padre spirituale del seminario diocesano e direttore dell’Ufficio missionario. Più volte nella sua omelia ha ricordato che «si può vivere una vita buona». È quella vita buona che il parroco don Roberto Sogni ha saputo riassumere con il dono di un mattone, consegnato – uno ad uno – a ogni ente, associazione e gruppo che costituisce il grande mosaico del tessuto sociale di Ornavasso. «Un mattone – ha detto don Sogni – che da solo non può costruire nulla. Ma che se condiviso e messo insieme a tutti gli altri costruisce qualcosa di bello e di importante per tutti noi». Pietre pesanti, che dovranno servire per costruire insieme con Maria, ogni giorno, il cammino verso il quinto centenario e, ancor di più, la strada verso il Cielo.
Infine, nell’album dei ricordi delle feste ormai concluse, restano ancora due fotografie che meritano di essere raccontate. La prima riassume l’intenso pomeriggio del 12 settembre. Un fiume di pellegrini è salito in santuario per affidare a Maria i propri cari malati. Significativa è stata la presenza di diversi gruppi dell’Oftal del territorio. L’altra fotografia è stata scatta domenica 15 settembre, quando il rettore del seminario diocesano, don Marco Barontini, ha benedetto gli zainetti di scuola dei tanti bambini e ragazzi accorsi ai piedi della Madonna, affidando a Lei il nuovo anno di impegno nello studio. È stato un momento gioioso, come solo i bambini sanno regalare, accompagnato dalle note e dalle voci del canto dei “Seven Melodies 2.0”; e dal grande grazie rivolto al seminarista Luca, che dopo due anni di cammino tra la gente di Ornavasso, ora è chiamato a nuove esperienze pastorali prima dell’ordinazione diaconale e sacerdotale.
Chiudiamo questo lungo amarcord con le parole raccolte e scritte al termine dei giorni di festa.