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Vangelo e parola del giorno 26 febbraio 2025

Dal libro del Siràcide
Sir 4,12-22 (NV) [gr. 4, 11-19]

La sapienza esalta i suoi figli
e si prende cura di quanti la cercano. 
Chi ama la sapienza ama la vita,
chi la cerca di buon mattino sarà ricolmo di gioia. 
Chi la possiede erediterà la gloria;
dovunque vada, il Signore lo benedirà.
Chi la venera rende culto a Dio, che è il Santo,
e il Signore ama coloro che la amano. 
Chi l’ascolta giudicherà le nazioni,
chi le presta attenzione vivrà tranquillo. 
Chi confida in lei l’avrà in eredità,
i suoi discendenti ne conserveranno il possesso. 
Dapprima lo condurrà per vie tortuose,
e lo scruterà attentamente,
gli incuterà timore e paura,
lo tormenterà con la sua disciplina,
finché possa fidarsi di lui e lo abbia provato con i suoi decreti; 
ma poi lo ricondurrà su una via diritta e lo allieterà,
gli manifesterà i propri segreti,
e lo arricchirà di scienza e di retta conoscenza. 
Se egli batte una falsa strada, lo lascerà andare 
e lo consegnerà alla sua rovina.

Dal Vangelo secondo Marco
Mc 9,38-40

In quel tempo, Giovanni disse a Gesù: «Maestro, abbiamo visto uno che scacciava demòni nel tuo nome e volevamo impedirglielo, perché non ci seguiva».
Ma Gesù disse: «Non glielo impedite, perché non c’è nessuno che faccia un miracolo nel mio nome e subito possa parlare male di me: chi non è contro di noi è per noi».

Il Vangelo della Liturgia odierna ci racconta un breve dialogo tra Gesù e l’Apostolo Giovanni, che parla a nome di tutto il gruppo dei discepoli. Essi hanno visto un uomo che scacciava i demoni nel nome del Signore, ma glielo hanno impedito perché non faceva parte del loro gruppo. Gesù, a questo punto, li invita a non ostacolare chi si adopera nel bene, perché concorre a realizzare il progetto di Dio (cfr Mc 9,38-41). […] Le parole di Gesù svelano insomma una tentazione e offrono un’esortazione. Una tentazione e una esortazione. La tentazione è quella della chiusura. I discepoli vorrebbero impedire un’opera di bene solo perché chi l’ha compiuta non apparteneva al loro gruppo. Pensano di avere “l’esclusiva su Gesù” e di essere gli unici autorizzati a lavorare per il Regno di Dio. Ma così finiscono per sentirsi prediletti e considerano gli altri come estranei, fino a diventare ostili nei loro confronti. Fratelli e sorelle, ogni chiusura, infatti, fa tenere a distanza chi non la pensa come noi e questo – lo sappiamo – è la radice di tanti mali della storia: dell’assolutismo che spesso ha generato dittature e di tante violenze nei confronti di chi è diverso. Ma occorre anche vigilare sulla chiusura nella Chiesa. Perché il diavolo, che è il divisore – questo significa la parola “diavolo”, divisore, che fa la divisione – insinua sempre sospetti per dividere ed escludere la gente. (Angelus, 26 settembre 2021)

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